What does it mean to be an intelligent museum? First reflections from the Network Museum survey
by Vera Copilla


The survey launched by Network Museum to explore the meaning of an “intelligent museum” has already collected nearly a year’s worth of responses, allowing us to outline an initial shared and multifaceted profile of this concept. A concept which, as expected, resists a single definition and favors relational, reflective, and cultural trajectories.
The responses: museum intelligence as listening and adaptation
The most voted response — with 35.3% of the votes — was “It constantly analyzes visitor perception: content and formats.” This clearly shows that intelligence, in the museum context, is not perceived primarily as technological or structural, but as a dialogic and adaptive capacity: the ability to read one’s audience, reflect on one’s own language, and question exhibition methods.
Next, although with lower percentages, came other definitions such as:
– It is a center for learning” (11.8%)
– “It is recreational,” “It is accessible,” “It develops dialogic skills,” “It supports education,” “It influences society,” “It is a research center” , each with 5.9%
This suggests that a museum’s “intelligence” is recognized above all in its social and educational function, in the construction of shared meaning, and in its ability to act as a dynamic reference point in community life.
Telling absences
Strikingly, the following options received no votes:
– “It uses artificial intelligence”
– “It uses augmented or virtual reality”
– “It is sustainable”
–“It is always open”
This silence should not necessarily be read as a rejection of technology or “smart” paradigms, but perhaps as a signal: intelligence does not coincide with technological innovation unless anchored in cultural values, true accessibility, and conscious human experience.
Future perspectives
The richness of the unselected options, combined with the variety of collected answers, opens up many avenues for reflection:
– what latent images of the “intelligent museum” exist in our collective imagination?
– What role does empathy play compared to efficiency, closeness compared to digitalization?
– Can technology be empowering if quiet, invisible, and in the service of human connection?
Though still at an early stage, the survey already begins to reveal a vision of a “thinking museum”, before a technological one, able to question itself and ask questions of others.
As noted in the editorial introducing this initiative, this new season of surveys and research is characterized by three key aspects:
– the questionnaires target a specific group of museum professionals, unlike previous open-call formats. The published surveys serve purely as tools for sharing information; the controlled questionnaires are distributed directly to a curated sample by our scientific editorial team
– A questionnaire-as-incubator, designed to generate further lines of inquiry and analysis around a shared theme
– The simultaneous launch of the same themes via Network Museum People, addressing the museum’s audience and visitors.
If you work in the museum sector and would like to be part of the professional sample, you can submit your interest to our scientific editorial team at info@networkmuseum.com
We now leave you with our question: “What does it mean to be an intelligent museum?”
Happy participation to all!
© Copyright Infogestione
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Versione italiana
Cos’è un museo intelligente? Il punto sul sondaggio
Cosa significa essere un museo intelligente? Prime riflessioni sull’indagine Network Museum.
di Vera Copilla


L’indagine lanciata da Network Museum, per esplorare il significato di “museo intelligente” ha già raccolto quasi un anno di risposte, che ci permettono di tracciare un primo profilo partecipato e plurale di questa nozione. Una nozione che, come ci si poteva aspettare, sfugge a definizioni univoche e predilige traiettorie relazionali, riflessive e culturali.
Le risposte: l’intelligenza museale come ascolto e adattamento
La risposta più votata — con il 35,3% dei consensi — è stata “Analizza costantemente la percezione del visitatore: contenuti e modalità”. Questo dato indica con forza che l’intelligenza, nella dimensione museale, è percepita non tanto come qualcosa di tecnologico o strutturale, quanto come una capacità dialogica e adattiva: saper leggere il proprio pubblico, riflettere sui propri linguaggi, mettere in discussione le modalità espositive.
A seguire, seppure con percentuali minori, spiccano definizioni come:
– “È un centro di formazione” (11,8%)
– “È ricreativo”, “È accessibile”, “Sviluppa capacità di dialogo”, “Partecipa all’istruzione”, “Incide sulla collettività”, “È un centro di ricerca”, tutte con il 5,9%
Questo quadro suggerisce che l’“intelligenza” di un museo è avvertita principalmente nella sua funzione sociale ed educativa, nella costruzione di senso condiviso, nella capacità di porsi come riferimento dinamico nella vita della comunità.
Assenze eloquenti
Colpisce l’assenza totale di voti per voci come:
– “Utilizza l’intelligenza artificiale”
– “Utilizza la realtà aumentata o virtuale”
– “È sostenibile”
– “È sempre aperto”
Questo silenzio non va interpretato necessariamente come un rifiuto delle tecnologie o dei paradigmi “smart”, ma forse come un segnale: l’intelligenza non coincide con l’innovazione tecnologica, se non è ancorata a valori culturali, accessibilità reale ed esperienza umana consapevole.
Prospettive future
La ricchezza delle opzioni non selezionate, unite alla varietà delle risposte raccolte, apre molteplici piste di riflessione:
– quali sono le immagini latenti del “museo intelligente” nel nostro immaginario collettivo?
– che ruolo gioca l’empatia rispetto all’efficienza, la prossimità rispetto alla digitalizzazione?
– la tecnologia può essere abilitante se silenziosa, invisibile, al servizio della relazione?
Questa indagine, che è solo all’inizio, sembra già in grado di far emergere un’idea di museo “pensante” prima ancora che tecnologico, capace di interrogarsi e interrogare.
Ricordiamo, come abbiamo fatto nel redazionale di introduzione a questo sondaggio, che questa nuova stagione di indagini ed analisi demoscopiche sono caratterizzate da tre aspetti:
– i questionari sono rivolti ad una platea di operatori del settore e non in modo indifferenziato rispetto a quelli precedenti. Le indagini pubblicate, in realtà, hanno mera funzione di informazione e condivisone: i questionari controllati e controllabili sono inviati direttamente ad un campione contattato dalla nostra redazione scientifica
– una funzione “incubatrice” del questionario, pensato per estrarre a cascata tutta una serie di ulteriori approfondimenti ed analisi modulati su di uno stesso argomento
– la riproposizione in contemporanea dei temi del questionario, attraverso Network Museum People, alla platea dei fruitori dell’offerta e della proposta museale.
Chi desiderasse fare parte del campione di operatori professionali del settore museologico, può inviare la propria candidatura alla nostra redazione scientifica: info@networkmuseum.com
Non ci resta che lasciarvi alla nostra prima indagine: “Cosa significa essere un museo intelligente'”?
Buona partecipazione a tutti!
Riproduzione riservata © Copyright Infogestione
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Coordinate di questa pagina, fonti, collegamenti ed approfondimenti.
Title/Titolo: “What is an Intelligent Museum? – An Update on the Survey”/ “Cos’è un museo intelligente?- Il punto sul sondaggio”
Section/Sezione: “Numeri e tendenze”
Author/Autore: Vera Copilla IA
Guest/Ospite: –
Code/Codice: INMNET2506241123MAN
Last update/Ultimo aggiornamento: 24/06/2025
Online publication: 6th season, 24 June 2025/Pubblicazione in rete: 6° stagione, 24/06/2025
Intellectual property/Proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Content source/Fonte contenuti: INFOGESTIONE – Network Museum
Image source/Fonte immagini: INFOGESTIONE – Network Museum – Vera Copilla
Video and multimedia content source/Fonte video e contenuti multimediali: –
Links for further insights related to the topic/Collegamenti per approfondimenti inerenti al tema: https://www.networkmuseum.com/2024/08/28/cose-un-museo-intelligente