Che bel castello!

A cura della redazione di Network Museum

Ve ne sono moltissimi, sparsi per ogni dove, sono castelli, fortezze, strutture, palazzi. Rappresentano quella che potremmo definire “edilizia storica”, sovente orgoglio urbano ed elemento identitario di un territorio, di una città, di una collettività.

Nella maggior parte dei casi imponenti, occupano superfici notevoli, non passano inosservati, anzi spesso sono una propria iettatura per architetti, urbanisti ed amministratori pubblici.

Un’altra caratteristica di tali monumentali testimonianze di tempi trascorsi, ma mai definitivamente come, a volte, molti desidererebbero, sono i costi. Mantenerli, usando un eufemismo da leggere “fare in modo che non diventino macerie o ricettacolo di ogni degrado urbanistico”, costa moltissimo. Sono veri e propri buchi neri per le casse pubbliche.

Se poi qualche “illuminato” decidesse di pensare di dare loro nuova vita, ecco il problema crescere a dismisura, con disarmonie tra le onnipresenti associazioni degli “amici del …”, enti per la tutela del patrimonio, amministrazioni pubbliche di ogni ordine e grado, con il risultato di favorire, con il consueto slancio decisionale nazional popolare, la stagnazione del non decidere, che fa ritornare tutti i concorrenti, come in un paradossale gioco dell’oca, alla casella dell’abbandono, del degrado e del lievitare dei costi, con cui i progetti di recupero e riqualificazione potranno aumentare l’appetibilità economico – politica… ma questa è un’altra storia.

Noi li abbiamo classificati come “Siti complessi”. Occorre precisare che, come sempre, non tutte le realtà tendono agli epiloghi catastrofici, con cui abbiamo aperto questa nuova sezione. Vi sono moltissimi esempi virtuosi, come quello che stiamo per presentarvi. Vero è, e sfidiamo tutti a smentirci se non altro per esperienza diretta, che anche le più lungimiranti e reattive amministrazioni faticano nel mantenimento, nella gestione e nella ricerca di un “utilizzo” di queste eredità.

Apriamo questa nostra ritrovata sezione, focalizzando la nostra attenzione sul Borgo Medievale di Torino, sicuramente caro a generazioni di torinesi, nei cui album fotografici non è raro trovarlo fare sfoggio di sé, sfondo di liturgie fotografiche, che celebrano memorie e generazioni, destinazione e compagno di tante passeggiate domenicali in riva al Po, nel cuore del famoso Parco del Valentino.

Ragioniamo su questo virtuoso e “faticoso” esempio di sito complesso con Nadia Calascibetta, responsabile della didattica per il Borgo Medievale di Torino.


Nadia Calascibetta

Nadia Calascibetta
Nata a Torino, dopo la maturità artistica si laurea presso l’Università degli Studi del capoluogo piemontese in Lettere Moderne con indirizzo Artistico, specializzandosi, nello stesso ateneo, in Scienze della Comunicazione.
È socia
fondatrice della Cooperativa Theatrum Sabaudiae, in cui riveste il ruolo di responsabile della progettazione didattica. Negli ultimi anni la Società  ha collaborato con diversi musei del Piemonte: il Palazzo Reale di Torino, il Castello Ducale di Agliè e il  Museo dell’Automobile di Torino ed è attualmente concessionaria dei servizi aggiuntivi per il  Museo del Paesaggio Sonoro di Riva presso Chieri, il Borgo Medievale di Torino e  la Fondazione Torino Musei.

Ulteriori fonti ed informazioni sull’Ospite:
https://www.arteintorino.com/


Network Museum – Chi è Nadia Calascibetta?

Nadia Calascibetta – Una donna che guardandosi indietro, vede una bambina che è sempre stata attratta dall’arte, ha vissuto un percorso di gioco, di crescita e formazione verso l’arte.
Ha deciso di far sì che l’arte fosse presente nella sua scelta lavorativa, per poterla condividere con gli altri.
Oggi questa donna, moglie e mamma è una professionista formata, pronta ad affrontare i
grossi cambiamenti, che ci sono richiesti nel lavoro per continuare a vivere e comunicare
la cultura.

Network Museum – Come considera e vive la cultura Nadia Calascibetta?

Nadia Calascibetta – Per me la cultura è un bene primario dell’essere umano, una testimonianza dell’esistenza della sua anima. La cultura la vivo sotto diversi aspetti, ad esempio la condivido con la famiglia nel tempo libero, nel lavoro per poterla trasmettere, nel privato per benessere e
crescita personale.

Network Museum – Cos’è un museo ed a cosa serve?

Nadia Calascibetta – Il museo è una realtà legata al suo contesto territoriale e testimonia l’identità stessa del territorio e della sua gente.
Il Museo serve a custodire, preservare, raccogliere, studiare, educare, far conoscere, far vivere le collezioni, le opere, le persone, i reperti ecc. ecc.

Network Museum – Cos’è Theatrum Sabaudiae?

Nadia Calascibetta – È un’azienda che si occupa di realizzare servizi culturali sul territorio, nata dalla passione per l’arte di alcuni amici.

Network Museum – Cos’è il Borgo Medievale di Torino?

Nadia Calascibetta – Un progetto nato per essere poi smontato, ma la sua potenza di comunicazione lo ha fatto vivere e diventare un Museo tra i più amati.

Network Museum – Come interpretate il concetto di territorio?

Nadia Calascibetta – Uno spazio fisico caratterizzato da diversi elementi, naturali e non. Questi ultimi aspetti legati alla vita della gente che ci vive, sono molteplici e diversi da un territorio e l’altro. Il concetto di varietà è quello che maggiormente mi affascina, ad esempio le tradizioni legate alla terra, la storia della sua gente, la cultura ed l’economia.

Network Museum – Quale relazione intercorre tra il Borgo Medievale (ciò che abbiamo definito come “sito – complesso”) e l’attuale territorio?

Nadia Calascibetta – La relazione che intercorre tra il Borgo Medievale e il territorio credo sia una forte relazione di identità che il Borgo Medievale incarna del suo territorio e la sua gente.

Network Museum – Con quali aspettative un visitatore dovebbre accostarsi al Borgo Medievale e con quale bagaglio di informazioni, di sentimenti e di ispirazioni dovrebbe congedarsi a fine
visita?

Nadia Calascibetta – Credo che le aspettative con il quale dovrebbe accostarsi un visitatore debbano essere ancor oggi quelle per cui è nato il Borgo Medievale, ovvero far vivere a chi lo visita il passato. Congedandosi dovrebbe portare con sé una maggiore consapevolezza della sua identità museale, del suo valore di trasmissione culturale ed educativa.

Network Museum – Vi sentite una impresa culturale?

Nadia Calascibetta – Sì.

Network Museum – Vi sentiti investiti di una responsabilità sociale? Come descrivereste il vostro ruolo nel contesto cittadino e nazionale?

Nadia Calascibetta – Si, ci sentiamo investiti di una responsabilità sociale, che non può e non deve essere trascurata. Noi abbiamo l’onore ma anche la responsabilità di essere uno dei veicoli con il
quale il Museo comunica.

Network Museum – Qual è la vostra idea circa il rapporto cultura, economia e società?

Nadia Calascibetta – Credo che ancora oggi si tenda con difficoltà ad associare la parola cultura a economia, pur essendo il nostro Paese privilegiato per la ricchezza del suo patrimonio storico –
artistico.

Network Museum – Qual è il vostro rapporto con le altre entità museali e con il sistema culturale museale cittadino, nazionale ed internazionale?

Nadia Calascibetta – Se parliamo del Borgo Medievale, il rapporto con le altre entità museali e con il sistema museale locale possiamo dire che sia cambiato nel corso del tempo durante la nostra
gestione.
Inizialmente quando il Museo era all’interno di Fondazione Torino Musei il legame con le altre tre realtà museali per esempio era stretto, sia a livello di gestione del personale, sia a livello di attività e promozione. Sono nate anche esperienze di collaborazione create da Theatrum Sabaudiae con altre realtà museali e culturali del territorio. I rapporti erano a livello locale non nazionale o internazionale (non so prima della nostra gestione).
Con l’uscita del Borgo Medievale dal sistema di Fondazione Torino Musei i rapporti con le
altre tre entità museali sono cessati. Theatrum Sabaudiae con la nuova gestione a cura del Comune di Torino ha avviato una serie di collaborazioni con entità culturali del territorio per la realizzazione di attività al pubblico.

Network Museum – Quale ricaduta a beneficio del territorio avete registrato in questi anni di attività?

Nadia Calascibetta – La crescita culturale nata dal 2006, ha permesso di promuovere i musei del territorio, di creare una più strutturata offerta culturale.
Ciò che abbiamo percepito è un aumento dei turisti stranieri e di altre regioni, una crescita delle realtà che lavorano sul turismo e la cultura, un interesse di privati ad investire sulla cultura e i musei di Torino e del Piemonte, una maggior consapevolezza della propria forza culturale da parte di chi vive sul territorio.
L’aumento di richieste delle attività museali come visite guidate, laboratori per adulti e famiglie da parte di chi abita sul territorio ha evidenziato il legame tra la cultura, la sua fruizione e il tempo libero delle persone. Oggi i Musei non posso esimersi dal trascurare questo aspetto di offerta al pubblico, il Museo diventa sempre di più un luogo da vivere e non visitare ogni tanto. I Musei cominciano a applicare le logiche di impresa.

Network Museum – Quale differenze avete riscontrato nella gestione dell’attività didattica condotta presso un sito come il Borgo Medievale rispetto a quelle svolte presso altri musei e gallerie non
considerabili come siti complessi?

Nadia Calascibetta – Non credo ci sia una sostanziale differenza a livello di gestione, personalmente nel lavoro di progettazione e gestione delle attività didattiche mi sono sempre posta nei confronti del Borgo Medievale considerandolo un museo come gli altri.
Il fatto che abbia una parte a cielo aperto e una no, non ha cambiato il mio punto di vista, il mio compito è far comprendere come ciò che si vede, varcato il ponte levatoio, è un museo.
Questo però non toglie il fatto che le persone siano attratte proprio dal suo aspetto, come dicevo sopra è giusto che entrino con l’idea di entrare nel Medioevo (anche se falso) sta a noi darne poi altre chiavi di lettura, permettendone così una migliore comprensione e consapevolezza del suo valore.
Questa idea di “ingresso nel Medioevo” fa del Borgo Medievale uno dei musei più vissuti nel tempo libero, anche solo per fare una passeggiata in un “luogo unico”.
Si riscontra una maggiore adesione alle attività proposte rispetto ad altri musei, sopratutto da parte delle scuole e delle famiglie.

Network Museum – Come immaginate il futuro del Borgo Medievale e quello di Theatrum Sabaudie?

Nadia Calascibetta – Il futuro del Borgo Medievale me lo immagino in costante crescita positiva. Presto sarà restaurato, e sarà restituito al pubblico “più solido e forte di prima”, è un bene facilmente deteriorabile e questa sua fragilità va comunicata al pubblico, perchè è fisiologica.
Mi immagino che al restauro seguirà un piano di rilancio gestionale con la possibilità di
coinvolgere personale dedicato solo al Museo.
Come immagino il futuro di Theatrum Sabaudiae? Di cambiamento, questo era già in corso e con la pandemia sta accelerando.

Network Museum Ora la domanda collegata al tema dell’anno: come influiscono i musei sul processo di configurazione esistenziale delle persone?

Nadia Calascibetta – Io credo che l’influenza dei musei sul processo esistenziale delle persone sia del tutto individuale dettato da svariati fattori: ambientali, famigliari, educatici, caratteriali, per
citarne alcuni.
Sposterei l’attenzione su come può un Museo riuscire ad aumentare il suo ruolo partecipativo nell’esistenza delle persone.

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Titolo: “Che bel castello!”
Sezione: “Siti complessi”
Autore: Network Museum
Ospite: Nadia Calascibetta
Codice: INET2101271730MAN/A1
Ultimo aggiornamento: 27/01/2021
Pubblicazione in rete: 4° edizione, 27/01/2021

Proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Fonte contenuti: Network Museum
Fonte immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Borgo_medievale_TO.jpg
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