Oltre il muro


di Gian Stefano Mandrino

Oltre il muro, occorre avanzare oltre il muro: è necessario e noi lo stiamo facendo. Oltre il muro composto da insensibilità, polemica, incapacità, malaffare, “pressappochismo”, clientelismo e tutto ciò che non è intelligenza, considerata in ogni sua variante etimologica.

Non intendo trascorrere il resto della mia vita professionale, scrivendo di banali lacune e deficienze di persone e di sistema: esistono, sono sotto gli occhi di tutti e continuare ad osservarle ed a trattarne come un mantra pernicioso, non può che creare una altrettanto deleteria nuova tipologia di cose negative da aggiungere al già fin troppo lungo elenco. Non serve o non serve abbastanza, oppure, per meglio dire, non è ciò che noi cerchiamo e che vogliamo.

Noi intendiamo traguardare oltre il muro di tutto questo per rispondere a precise domande su cultura, musei, apprendimento, propagazione culturale, ricaduta introspettiva, sociale ed economica. Abbiamo dedicato una specifica sezione ai difetti del sistema, che aggiorneremo con assiduità, per cercarne il superamento, ma ora è giunto il tempo di pensare ad altro, a cosa ci sia oltre il muro.

In questo mese abbiamo varato tre sezioni particolarmente significative per questo nostro progetto sperimentale su web: “Genesi e storia”, “Tempi e musei” e “Percorsi sonori”.

Queste nuove aree servono per aiutarci ad individuare e definire tre aree di particolare importanza nella ricerca museologica. Con “Genesi e storia” inauguriamo l’osservazione dell’evoluzione dei sistemi museali ed espositivi, siano essi espressioni addirittura storiche di realtà consolidate sia che non esistano ancora oltre la dimensione progettuale. Definire dei “Case history”, identificare variabili, evoluzioni ed esiti, permette di rendere applicabile un metodo scientifico sinora non molto frequentato nel settore, anche nelle sue componenti relative alla ricaduta gestione economica, che assieme alle tecniche di conservazione ed alla “ergonomia didattica”, rappresentano le componenti più scientifiche delle scienze museali. “Genesi e storia” ci permette anche collegamenti a due ulteriori aspetti, oltre il muro della superficialità del fenomeno conservativo-espositivo.

Il primo è la rilevazione della relazione tra sistema, o meglio, ambiente museale-espositivo, la società civile e la comunità intellettuale di una società. Ci siamo chiesti, infatti, come mai un centro di trasmissione di conoscenza, come una struttura universitaria possa creare “orientamenti” culturali, anche molto importanti (pensate anche solo al ’68 francese), mentre il settore museale espositivo non vi sia mai riuscito o non vi sia ancora riuscito. Basta riflettere un po’ sulla questione, che sembrerebbe liquidabile adducendo semplici motivi, per attraversare il muro sospinti dalla questione dell’anno, ovvero cosa sia un museo, oltre ad essere un deposito di lusso. Sembra addirittura banale sottolineare la proiezione su i più disparati aspetti delle scienze sociali, che potrebbe avere la questione, mentre meno banale, ma altresì facile, è rendersi conto della necessità, proprio in ambito sociale di definire cosa sia la cultura, la sua propagazione e cosa rappresenti per le nostre società e per la nostra specie. Non dimentichiamo che stiamo vivendo un terribile dramma: siamo all’alba di un conflitto di culture o di un conflitto per assenza di culture, dove tutto è regolato dalla capacità, incredibilmente prossima al meccanismo biochimico, di disponibilità e detenzione di energia sotto forma economico – finanziaria. La nostra specie ha complicato il tutto, per mantenere lo stesso “tutto” tale da permettere un certo spazio vitale per molti, ma non per tutti. In oltre un milione e mezzo di anni siamo riusciti a partorire solo questa banale ed inutile complessità? Esiste qualcosa di diverso oltre ad una riproposizione frattale di istitinti e necessità mai domate e comprese? Esiste almeno la possibilità di porsi tali quesiti?

Il secondo aspetto, che si ricollega al primo, ci spinge a riconsiderare le metodologie di percezione e di propagazione della conoscenza, facce di quella ancora “non scienza”, che chiamiamo didattica e che fatica ancora a non essere schiava delle esigenze dei molti, per diventare reale strumento di emancipazione di tutti. Partendo dall’approccio sensoriale al percorso museale, osservando quanto l’ambiente stia cercando e proponendo (al di là della concezione spettacolare dell’esposizione tesa come sempre in più sostengono ad emozionare) a proposito dell’interfaccia cognitiva sensi-oggetto, desideriamo approfondire la didattica museale, i collegamenti e le ricadute che potrebbero coinvolgere il nostro sistema educativo. È interessante notare come sistema scolastico e sistema museale – espositivo siano accomunati dall’incertezza di metodi e risultati circa l’utilizzo di nuove tecnologie, mentre settori come l’industria del tempo libero e l’ambito professionale-manufatturiero risultino, almeno ad una prima analisi, più a “loro agio” su tali fronti.

Oltre il muro c’è molto, forse quasi tutto, da scoprire: un territorio vastissimo, incontaminato, non sappiamo quanto pericoloso. Sappiamo che è denso di variabili, che l’esplorazione necessita di una spiccata attitudine alla pluridisciplinarietà, al lavoro altamente professionale e specializzato con una profonda attitudine al procedere per collaborazioni e per condivisioni. Non vediamo molto spazio per proclami, per i campanili, per la progettualità su carta e per le complicazioni burocratiche.Oltre il muro: siete tutti invitati. Noi siamo già lì.


Coordinate di questa pagina, fonti, collegamenti ed approfondimenti.

Titolo: “Oltre il muro”
Sezione: “La copertina”
Autore: Gian Stefano Mandrino
Codice: INET1604301000MANa4
Ultimo aggiornamento: 30/04/2016
Pubblicazione in rete:
2° edizione, 30/04/2016
3° edizione, 28/11/2018

Fonte contenuti e proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Fonte immagine:  https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2010/2/101380.html
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