Vedere con le mani


a cura della redazione di Network Museum

Oltre l’ipocrita buonismo, oltre la commiserazione, oltre l’atto burocratico dovuto e non sentito, abbiamo deciso di intitolare questa sezione dedicata al rapporto tra persone con limitazioni o diversità sensoriali e musei: “oltre l’idea di accessibilità”.

Il fatto di rendere accessibile un ingresso a tutti coloro, che desiderino condividere il patrimonio artistico e culturale di una nazione, dovrebbe essere un aspetto scontato ed automatico per un paese, che ambisca definirsi degno di appartenere al consorzio umano. Sarebbe nostro desiderio evitare di occuparci di ostacoli sensoriali ed architettonici, mentre è nostra ferma intenzione scoprire cosa intercorra tra oggetto esposto, modalità percettive e conseguenti attività di configurazione e di comprensione dell’immanenza, avidi di condividere nuove prospettive, al di là di ogni banale (ma purtroppo disattesa ed attuale) idea di accessibilità.

Inauguriamo con Felice Tagliaferri, scultore non vedente, che ha rilasciato a Network Museum l’intervista di apertura di questa sezione, la prima tappa di questo nostro impegno, ringraziando Ester Tornavacca, che, con la sua garbata attenzione e la sua preziosa conoscenza, ha reso possibile questo nostro entusiasmante viaggio alla ricerca di ragioni e sentimenti oltre il limite dei sensi.


Felice Tagliaferri

Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente noto a livello internazionale. Felice ha intrapreso da oltre vent’anni un percorso artistico molto personale e particolare da lui stesso riassunto nello slogan “Dare forma ai sogni”. Le sue creazioni sono infatti sculture non viste, che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili. Felice si destreggia abilmente fra i più diversi materiali: per la sua arte utilizza creta, marmo, legno o pietra. Ogni materiale viene trattato e plasmato con tecniche diverse, dalla forza impressa per scolpire il marmo alla gentilezza della plasticità espressa nel modellare la creta. Oltre a lavorare alla realizzazione delle forme dei suoi sogni artistici, Felice Tagliaferri riesce ad essere anche un ottimo insegnante, applicando il suo personalissimo metodo a una varietà di situazioni e specializzandosi negli anni nella formazione di educatori e operatori sociali. La sua arte è stata definita da diversi esperti del settore “arte sociale” per l’impegno che caratterizza le sue mostre.


Network Museum – Chi è Felice Tagliaferri?

Felice Tagliaferri – Felice Tagliaferri è un uomo, un papà, un compagno, un artista e, anche, un non vedente. Quello che interessa a voi di me, in questo momento, è il mio lavoro di artista, di scultore . Ho iniziato a fare scultura a venticinque anni, perché ho incontrato un artista, “pazzo più di me”, che voleva capire quanto fosse necessario vedere fisicamente. Dopo tre incontri, a cui ho partecipato con altre persone non vedenti, il nostro interlocutore è stato soddisfatto, ma a me si era acceso il desiderio di dare forma alle mie immagini interiori e, quindi, ho chiesto allo scultore di continuare a frequentare il suo studio, dove sono stato a bottega per due anni. Dopo questo periodo ho realizzato la mia prima mostra e da quel momento è iniziata la mia avventura nella produzione artistica. Tale esperienza è stata talmente incisiva, che, in seguito, ho pensato di condividere con altri quanto avevo ricevuto, ed in particolare l’energia, la forza che l’arte mi trasmette, e, quindi, ho iniziato ad insegnare ovunque mi sia richiesto.

Network Museum – Cos’è la cultura per Felice Tagliaferri?

Felice Tagliaferri – La cultura è una “roba immensa” e ci si può approdare da varie esperienze: dallo studio, dal viaggio e dalla scoperta di altri mondi, di altre situazioni, di altri modi di vivere. È una cosa talmente vasta che potremmo trascorrere una settimana a discuterne. L’incontro con la cultura per me è stato durante l’infanzia, l’adolescenza ed i primi anni da adulto attraverso la frequentazione scolastica, ma il massimo coinvolgimento l’ho provato andando in giro per il mondo a “toccare” l’infinito. “Tutto quello che c’era da toccare io l’ho toccato”.

Network Museum – Cos’è un museo per Felice Tagliaferri?

Felice Tagliaferri – Un museo è, rifacendomi a come è visto il novanta per cento dei musei attuali in Italia, solo uncontenitore di opere d’arte, purtroppo. Adesso qualcosa sta iniziando a cambiare e si sta capendo che quello che fa di un museo un grande museo sono proprio la didattica museale e le visite personalizzate.

Network Museum – Chi sono le persone con limitazioni o diversità sensoriali?

Felice Tagliaferri – Le persone con limitazioni sensoriali sono coloro che vedono poco o non vedono, sentono poco e non sentono, sono individui, che registrano qualche problema a livello sensoriale, però sono delle persone, che, malgrado possano avere dei limiti nel funzionamento di qualche senso, mantengono il desiderio di vivere la vita come tutti gli altri.

Network Museum – Quali sono le sue esperienze nell’ambito della didattica museale in relazione alle persone con limitazioni o diversità sensoriali?

Felice Tagliaferri – Rivolgere a me questa domanda è come mettere il cacio sui maccheroni! Mi occupo, in effetti, di didattica museale da varie prospettive: da quelle che possono essere le visite alle opere d’arte alla riproduzione plastica delle stesse finalizzate proprio alla didattica museale. Posso dire che sempre più musei si stanno avvicinando ad un approccio più favorevole verso quelle persone che esprimono difficoltà sensoriali. Penso sia importante citare il Museo Omero, che sta compiendo un importante lavoro a livello museale in Italia ed all’estero, divenendo capofila di una eccellenza, che lo ha portato ad essere riferimento anche nei confronti di entità museli quali il Louvre ed i Musei Vaticani, che organizzano specifiche attività didattiche per non vedenti, grazie al know how espresso dal Museo Omero.

Network Museum – La normativa vigente cosa prevede per tale categoria di visitatori e come è applicata a livello nazionale ed internazionale?

Felice Tagliaferri – La normativa vigente non prevede nulla, al di fuori che la persona con disabilità, al di là che questa sia sensoriale, motoria o psichica, non paghi il biglietto d’ingresso. È a discrezione dei vari musei ed enti se rendere quanto esposto toccabile o meno, ma nella maggior parte dei musei non esiste un disciplinare da rispettare, per permettere una completa ed appagante fruizione di quanto esposto a favore delle persone con limitazioni sensoriali. Anche le persone sordomute, malgrado posseggano la capacità di vedere e di leggere, possono accusare diffcoltà con determinati vocaboli e, qualora si approccino a didascalie scritte in modo complesso, potrebbero trovarsi in difficoltà. Quando si redigono le schede didascaliche, oltre a renderle tattili occorre che esse riportino termini semplici e di vasta comprensione. Mentre in Italia ci occupiamo di disabilità sensoriali a livello museale da trenta-quaranta anni, da quando è nato il Museo Omero ed il Museo Anteros di Bologna, in America, per esempio, ci sono associazioni che si occupano di disabilità sensoriale da cento anni e, in particolare, la nazione più evoluta sono gli Stati Uniti d’America.

Network Museum – Una persona con limitazioni o diversità sensoriali è solo un individuo che si deve rendere simile alla maggior parte dei visitatori o vi sono orientamenti atti a porsi in sintonia con le capacità sensoriali di tali individui cogliendone anche spunti per differenti approcci e prospettive?

Felice Tagliaferri – Secondo me qualsiasi museo dovrebbe creare un protocollo, che definisca approcci speciali per ogni visitatore. Ogni persona ha il suo modo di approcciarsi a qualsiasi cosa: il non vedente vorrà toccare, il non udente vorrà percepire il labiale, la persona normodotata può voler permanere davanti al quadro un minuto o mezz’ora. Ogni persona è speciale e non dovrebbero più esistere standard generici validi per tutte le persone, ma occorrerebbe adattarsi a qualsiasi soggetto che entri in un museo. Se tu vai a casa di qualcuno, sei tu che devi mettere a tuo agio il tuo ospite. Così è per il museo: occorre assecondare le esigenze di ogni visitatore.

Network Museum – Come i musei, gli enti espositivi ed il mondo della cultura in genere possono fruire delle esperienze del pubblico con limitazioni o diversità sensoriali?

Felice Tagliaferri – Le persone con difficoltà sensoriali potrebbero insegnare ai musei come ci si approccia, come ci si comporta. Un esempio. Sto conducendo un laboratorio al Guggenheim di Venezia con Valeria Bottalico, che è una storica dell’arte e si occupa di difficoltà sensoriali, e, prima di iniziare le attività di laboratorio e le visite guidate, abbiamo formato tutto il personale: dall’uscere alla biglietteria, al bar, in modo che sapessero cosa velesse dire avere a che fare con una persona, che non vede o che non sente. Anche semplicemente indicare i servizi igienici è difficile quando l’interlocutore presenta determinate caratteristiche: occorre sapere come fare, come farsi prendere o prendere sotto braccio il visitatore con difficoltà visiva per poterlo accompagnare, per evitare che si faccia male o che arrechi dei danni al museo. Le persone con difficoltà sensoriali potrebbero, quindi, insegnare ai musei l’approccio oltre a molte altre cose. Un ulteriore esempio è la possibilità di fare trovare presso gli enti museali personale in grado di poter esprimersi con il linguaggio dei segni o, nel caso dei non vedenti, vi possa essere un non vedente, che possa guidare visitatori non vedenti. Addirittura si potrebbe creare una parte di esposizione buia dove una guida non vedente possa far provare ai vedenti l’esperienza tattile. Tutto ciò potrebbe costituire anche un modo per dare lavoro ai disabili, categoria che in questo momento storico registra un tasso di disoccupazione pari al 75%.

Network Museum – Come immagina il futuro dei musei, degli enti espositivi ed, in generale, della cultura?

Felice Tagliaferri – Il rinnovamento totale, perché così come sono risultano essere solo delle scatole, che crolleranno. Ripeto il concetto espresso precedentemente: quello che fa di un museo un grande museo è proprio la didattica. Aprirsi quindi ad una didattica speciale e dedicata a tutti, potrebbe essere un’ottima strategia anche per attirare nuovi visitatori e quella platea composta da soggetti, che normalmente non frequentano i musei. Il museo del futuro, secondo me, non sarà rappresentato dal Louvre o dalle altre eccellenze museali conosciute da tutti, o da entità paragonabili ai supermercati, dove la gente entra, guarda e non compra niente. Occorre, invece, attirare i soggetti, attraverso la riprogettazione di percorsi didattici speciali ed incentivanti.

Network Museum – Quali sono i progetti per il futuro di Felice Tagliaferri?

Felice Tagliaferri – Tenendo presente che sto già lavorando in strutture egregie, come i Musei Vaticani o come il Guggenheim, tra i vari progetti per il futuro il più importante è quello della “Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità“, il cui marmo dovrà essere firmato con mazzetta e scalpello da tutti i capi di stato, perché, incidendo la propria sigla sulla sua superficie, ogni firmatario concorrerà ad alleggerirlo, rendendo la “Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità” più leggera per tutti, e, nel caso del settore museale, si potrà finalmente iniziare a regolamentare l’accesso alle esposizioni in favore di ogni tipologia di visitatore. Da gennaio inizierò a condurre laboratori presso le accademie di belle arti con alcuni ragazzi normovedenti dell’accademia, che, bendati, frequenteranno uno stage su marmo diretti da me. Partirò, per questo impegno didattico dall’Università di Cosenza, ospite del Prof. Pietro De Scisciolo, per poi continuare con l’ateneo di Bari.


Coordinate di questa pagina, fonti, collegamenti ed approfondimenti.

Titolo: “Vedere con le mani”
Sezione: “Oltre l’idea di accessibilità”
Autore: Network Museum
Ospite: Felice Tagliaferri
Codice: INET1607181500MANa1
Ultimo aggiornamento: 17/09/2016
Pubblicazione in rete:
2° edizione, 17/09/2016
3° edizione, 28/11/2018

Fonte contenuti e proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Fonti immagini:  Felice Tagliaferri
Fonte video e contenuti multimediali:  –

Collegamenti per approfondimenti inerenti al tema:
– La Chiesa dell’Arte: http://www.chiesadellarte.it/ 
– Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità: http://www.chiesadellarte.it/Carta-dei-diritti
– Felice Tagliaferri su Facebook: 

https://www.facebook.com/chiesa.dellarte?fref=ts ; 
https://www.facebook.com/felicetagliaferri/?fref=ts
– La Chiesa dell’Arte su Facebook: 

https://www.facebook.com/pages/La-Chiesa-Dellarte-sala-Bolognese/1651226451796618?fref=ts
– Museo Tattile Statale Omero: http://www.museoomero.it/
– Museo Tattile Anteros: http://www.cavazza.it/drupal/?q=it/node/315


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