03.08.2020: un ponte, per esempio.


di Gian Stefano Mandrino

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Sarà che nelle mie vene scorre sangue ligure, ed una parte di tale liquido ha origini genovesi. Sarà che il mio carattere ruvido può fare intravedere una certa propensione per l’essenza dei ragionamenti, come fa la Gente di quelle montagne di mare. Sarà il mio accento bastardo, che ogni tanto tradisce i modi di raccontare di mia nonna. Sarà la mia passione per quella massa d’acqua, che non sta mai ferma, ma la mia allergia alla retorica peggiora di anno in anno.

Mentre seguivo la cerimonia di inaugurazione del Ponte Genova San Giorgio, sono stato colpito da quanto possa essere d’ispirazione un segmento di metallo e cemento. Era lì, silenzioso, quasi un contrasto con il brusio retorico di circostanza, ad esprimere così tanto di sé. Utile, sobrio, seppur denso di simboli e di contenuti. Espressione di ingenio, che si fa servizio. Umile, malgrado sovrasti la “Superba”. Accompagna in città, come chi bussa, presente come il vicino di una vita, viadotto come tanti altri.

Tutto sommato è quello che io penso debba essere un museo. Portare a culture, epoche, luoghi, descrivere meccanismi di vita, per indagarne ed interderne i misteri, senza protagonismo, di tutti, per tutti, con tutti, tempio di ispirazione, per una via di consapevolezza esistenziale.

“Un ponte da amare”, questo ho colto dal discorso del suo progettista, Renzo Piano, chiamato a pronunciarsi durante la cerimonia. Un’opera si ama quando essa stessa diviene parte di un paesaggio, di una abitudine, di una vita, di una collettività, che della stessa si fidi, come di un amico, di un fratello e di qualcosa, che se viene a mancare…si avverte drammaticamente. Quanti musei possono vantare un rapporto così intimo, come augurato al Ponte Genova San Giorgio dal suo più alto fattore?

Per essere “amato” quali requisiti deve presentare un museo? Deve custodire, esporre, spiegare. Pensiamo, però, siano maturi i tempi, per far sì che possa promuovere lavoro, ovvero esprimere capacità ed opportunità di attività ed occupazione, a favore di quei tanti, sovente esclusi e dotati di capacità ed esperienze trasversali, che saprebbero già quali connotazioni aggiungere alle realtà museali attuali, affinché il rapporto con i propri fruitori possa divenire non solo più intimo, ma foriero di supporto cultuale e materiale per la collettività, parte attiva, ispiratrice, incisiva, laboratorio e non monumento autoreferenziale di non più sostenibile inerzia economica debitoria.

A partire da questo mese desideriamo condividere con i frequentatori del nostro sito alcune posizioni e proposte, che spostano la prospettiva con cui guardare ai musei, proprio ispirandosi al ponte più che al monumento o all’istituzione. Abbiamo proprio in questi giorni ospitato sulle nostre pagine l’intervista a Michela Pizzo Amato, giovane e determinata archeologa, cultrice e sostenitrice delle applicazioni tecnologiche a favore della ricerca e della divulgazione culturale, per cui è necessario un radicale cambiamento di visione nel concepire il ruolo dei musei. Sarà poi la volta di una giovane, ma esperta, editrice, capace di individuare nuove relazioni tra i più conosciuti produttori di cultura: l’editoria ed i musei. Di notevole interesse la capacità della nostra ospite di anticipare concetti di concretissime sinergie, per avvicinare i due mondi: per lei l’equivalente del rapporto alveare – api, per noi addirittura un lampante esempio di simbiosi, come il classiso caso naturalistico di Bernardo l’Eremita, la straordinaria collaborazione tra un’attinia ed un paguro.

Tutti questi stimoli ci spingono a pensare che siano maturi i tempi per concepire l’istituzione museale come una entità incubatrice, in grado di originare nel proprio intorno preziose occasioni di diffusione culturale, di formazione e di creazione di indotti di impresa e di opportunità sociali ed economiche.

Un ponte, per esempio!

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Titolo: “03.08.2020: un ponte, per esempio.”
Sezione: “La copertina”
Autore: Network Museum
Codice: INET2008041900MAN/A1
Ultimo aggiornamento: 05/08/2020
Pubblicazione in rete: 3° edizione, 05/08/2020

Proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
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Collegamenti per approfondimenti inerenti al tema:
https://www.networkmuseum.com/2020/07/27/una-archeologa-high-tech/


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